Case particolari

No, non si tratta di abitazioni stravaganti, ma di "scatoli" per computer un po' particolari.
Mentre per uso "normale" c'è amplissima scelta, se serve inserire tanti dischi (beh, anche solo una dozzina) il discorso cambia decisamente!

Dei case della Norco ho già parlato -- niente male, per avere veramente 20 o 24 dischi hot swap.
Ma ultimamente mi hanno colpito gli storage brick della Backblaze (ben 45 dischi in 4u, oppure i loro "fratelli minori" OCA che ne prevedono "solo" 36) ed il versatilissimo CYO della Mountain Mods, che permette di personalizzare completamente il case e di "attaccare" tre dischi ad ogni ventola.

La cosa più interessante, e la strada più allettante, è quella seguita da Backblaze e Netflix: farsi un case su misura tramite un servizio come ProtoCase... Oppure facendo un po' di serio modding ad un vecchio (mini)tower: dovrebbe bastare tagliargli via il frontalino e sostituirlo con due barre a cui attaccare qualche box hot swap ed un "piano ventole" che fornisca l'opportuna ventilazione -- fino ad una decina di dischi potrebbe essere OK...

Comunque, qualsiasi case si scelga, rimane il problema della controller. Nel caso del brick, servono semplicemente tre controller SATA standard a 4 vie che supportino i port multiplier. Per l'OCA si può utilizzare una controller SAS a 32 vie (che non costa poco... oppure come fanno loro due da 16 vie, ma il costo rimane circa uguale) abbinata a 4 delle porte SATA presenti sulla motherboard.

In ogni caso, non servono le costosissime controller con RAID hardware (che oltretutto portano ad un vendor lock-in: se si guasta la controller è necessario sostituirla con una analoga o non si potrà recuperare alcun dato!): su un processore "moderno" (tipo Phenom II X4) anche il calcolo della ridondanza per il RAID6 porta via una percentuale insignificante (meno del 2%!) di un solo core, rendendo semplice e relativamente economico l'utilizzo dello stesso controller per altri usi. Per esempio per gestire varie VM con Proxmox, riducendo pesantemente i costi di acquisto ed il consumo di elettricità rispetto alla soluzione classica "una macchina, un servizio" -- un solo doppio alimentatore ridondante per alimentare N server virtuali, che comunicano tramite switch e schede di rete virtuali, utilizzando al meglio la RAM e lo spazio disco disponibili senza bisogno di pensare subito al "caso peggiore".
Ma la sola virtualizzazione meriterebbe una serie di articoli, anche se è difficile dire qualcosa di nuovo.

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